|  | FEDERICO BONAVENTURA TRA POLITICA E SCIENZA
 a cura di
 FLAVIO VETRANO, NICOLA PANICHI
 VIVIANA BONAZZOLI
 
 Presentazione di
 ILVO DIAMANTI
 
 Pagine 256
 Urbino 2006
 Sorretta da una solida impalcatura filosofica di stampo aristotelico, 
          la produzione di Federico Bonaventura si dipana in una stagione di apparente 
          declino dell'antico Ducato di Urbino: un'epoca in cui non si è 
          ancora concretizzata quella combinazione tra scienza e tecnologia che 
          costituirà il motivo dominante della rivoluzione galileiana.
 Sottoposta ad una analisi rigorosa, l'opera dello scienziato marchigiano 
          rivela magari le crepe di una scrittura che si muove in variegati campi 
          del sapere, tra astronomia ed astrologia, tra fisica e medicina:
 un enciclopedismo spesso non selettivo, ma che. riesce a suscitare interrogativi 
          e curiosità intellettuali nel lettore, come afferma Flavio Vetrano 
          nel suo saggio sulla cultura scientifica. Ma è soprattutto nel 
          campo del pensiero politico che l'indagine di Bonaventura apre squarci 
          di grande attualità, come puntualizza Ilvo Diamanti nella Presentazione. 
          E allora spetta a Nicola Panichi il compito di affrontare il tema delle 
          premesse teoriche della filosofia politica di questo "peripatetico 
          di provincia", che individua nella "prudenza" uno dei 
          motivi costitutivi della "ragion di Stato", mentre a Viviana 
          Bonazzoli è affidato l'onere di contestualizzare storicamente 
          l'opera di Bonaventura all'interno di un esempio concreto, quale è 
          stato il governo di Francesco Maria II della Rovere.
 
 [Giorgio Nonni]
 
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