Édouard Pommier
RAFFAELLO
E IL CLASSICISMO FRANCESE

DEL XVII SECOLO

Urbino 2003

Pagine 90 -Illustrazioni n. 15

La presenza di Raffaello nell'arte francese del Seicento è oggetto di una lucida indagine condotta da Édouard Pommier, e confluita in una articolata relazione tenuta in Urbino in occasione del genetliaco del Divino Pittore.
Il posto privilegiato che il Sanzio occupava nella. penisola transalpina nel
XVII secolo, è testimoniato dall'attenzione che l' Académie Royale dedicò al culto di un Artista, che divenne il vero e proprio nume tutelare della pittura francese. Attorno al 1650, l'opera raffaellesca è eretta a paradigma e conferisce dignità ad un movimento artistico, che sino a quel momento era privo di radici e di fondamento dottrinale. Spetta a Nicolas Poussin, eletto dalla critica coeva come il 'novello Raffaello', l'onere di riappropriarsi degli stilemi della grazia e della bellezza, che avevano reso universale il genio dell'Urbinate. E lo studio dell' opera artistica del Sanzio aiuta la pittura francese a trovare un percorso, che condurrà -attraverso la liberazione dalla pesantezza del manierismo fiammingo -al punto d'arrivo del classicismo.
Se la produzione di Poussin è un commento senza parole all'opera di
Raffaello, tutta la cultura francese della seconda metà XVII secolo è concorde nell'esaltazione dell'artista urbinate, che rappresenta nel contempo il passato e la norma per l'avvenire della Scuola pittorica d'oltralpe.
In questo contesto si collocano i due contributi, qui riprodotti in appendice: la "Première conférence» di Charles Le Brun del 7 maggio 1667, e
la "Quatrième conférence" di Nicolas Mignard del 3 settembre 1667.
Questi due testi rappresentano una ulteriore testimonianza della missione che l'Accademia francese di Pittura e Scultura assegnò ai seguaci dell'arte raffaellesca: quella di dissipare la "maniera gotica e barbara" che
aveva contrassegnato la produzione artistica dell'ultimo secolo, per raggiungere un traguardo di perfezione universale.

 

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