Achim Von Arnim
RAFFAELLO E LE SUE VICINE
Introduzione e note di Rosario Assunto
Traduzione italiana di Roman e Andrea Hocke
Urbino 1983
Pagine 86, illustrazioni n. 15

Rielaborazione di una leggenda cara alla fantasia romantica, dovuta alla fertile penna di Achim von Armin, nobile funzionario prussiano nato a Berlino nel 1781, questo racconto si colloca nella linea di una concezione critica raffaellesca che celebrava un ideale di pittura che si identificava con l'unità di arte e di vita. La narrazione, in cui il fantastico e il realistico si alternano e “inestricabilmente si annodano”, è profondamente avvincente: la prosa, che molto scava nell'inconscio, è intramezzata dalle poesie che l'autore fa comporre e cantare ai suoi personaggi. Il pittore, che una tradizione del Vasari accreditava oltremodo dedito alle passioni amorose, viene riproposto nei dialoghi che intrattiene con Benedetta, figlia di un fornaciaio e cugina della panettiera Ghita (la “fornarina”): è lei che magicamente si identifica con la nipote del Cardinal Bibbiena, fidanzata di Raffaello; è lei che diviene la musa della sua arte, in contrapposizione a Ghita, oggetto di amore sensuale; due poli che incarnano il dissidio romantico di un idealismo misticizzante e della sensualità pagana.

 

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