Sabine Eiche
ORDINE ET OFFICIJ DE CASA DE LO
ILLUSTRISSIMO SIGNOR DUCA DE URBINO
Introduzione di John Larner
Contributi di John E. Law, Allen J. Grieco e Sabine Eiche
Urbino 1999
Pagine 145, illustrazioni n. 11

Il contributo di Sabine Eiche colma una lacuna che gli studiosi avvertivano da tempo, da quando cioè nel lontano 1932 Giuseppe Ermini portò a termine per conto dell'Accademia Raffaello una trascrizione non immune da pecche del codice Urbinate Latino 1248. Questo prezioso manoscritto, che faceva parte un tempo della famosa biblioteca allestita nel Palazzo Ducale feltresco, viene ora riproposto in una moderna edizione da Sabine Eiche, alla quale va il merito di aver condotto una ricerca approfondita su una documentazione che illustra con dovizia di particolari il funzionamento del complesso apparato della corte dei Montefeltro. Scritto da un anonimo cortigiano nel tardo Quattrocento, il documento, che può essere considerato un vero e proprio “regolamento” di corte, illustra l'articolazione delle mansioni domestiche e delle funzioni affidate alla grande “famiglia” del Duca, composta da schiere di gentiluomini, “secretarii in casa”, paggi, consiglieri, “architecti et ingenieri”, scudieri, “lectori a la tavola del duca”, “spetiali”, “sonatori d'organo”, “maestri a la cocina”, “spenditori”, “scalchi”, staffieri, “massari”, “mulathieri”: un mondo spesso poco considerato dagli studi ufficiali, ma straordinariamente ricco ed organizzato secondo un “ordo” ben consolidato. Fanno da corona al testo dell'Ordine et officij tre interessanti contributi, preceduti da una sostanziosa introduzione di John Larner, che esamina la funzione del Palazzo nell'organizzazione della vita cortigiana. John Easton Law esamina il ruolo della “casa” nell'amministrazione dello Stato ducale e l'organizzazione dell'ospitalità, con la necessità di far fronte ai pericoli rappresentati da mendicanti, giocatori d'azzardo, parassiti. Allen J. Grieco tratta invece il tema della convivialità in una corte rinascimentale, un problema poco studiato, che meriterebbe invece un serio approfondimento, se non altro per l'incidenza che esso ha nella vita di corte: una parte rilevante degli “officij” è infatti direttamente collegata con il cibo. Sabine Eiche mette a fuoco gli aspetti più squisitamente pratici della vita di corte, servendosi della corrispondenza intessuta dai Della Rovere e conservata in vari archivi italiani. Vengono anche esaminati i comportamenti scorretti dei funzionari e dei “maestri di casa” dietro le quinte: una incursione sulle virtù e sulle miserie di una “casa” per altro bene organizzata secondo i canoni cortigiani dell'epoca. Un ricco apparato iconografico correda il volume collettaneo.

 

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